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Moda filosofia ecosostenibile

“Moda” è un termine difficile da definire ed è estremamente dubbio che si possano indicare degli elementi, delle caratteristiche necessarie e sufficienti affinchè qualcosa si possa dire in senso proprio che è “di moda”. Ma una cosa è certa, in questo periodo storico dove il nostro pianeta sta soffrendo di tutte le nostre mancanze, leggerezze e speculazioni, vestirsi in modo ecosostenibile è sicuramente “di gran moda”!

Il settore tessile, tra impatto ambientale, consumi ed inquinamento di risorse idriche, utilizzo di materie prime ed emissioni di gas serra, è uno dei più inquinanti. Si stima che ogni cittadino europeo crei in media 11 kg di scarto tessile ogni anno.

L’etimologia a sostegno dell’ideologia

La parola Moda deriva dal latino Modus, che significa misura, scala, maniera, forma, quantità, metodo. Ma questa etimologia non ci è di grande aiuto, in linea generale possiamo distinguere due categorie principali per capire cosa sia la moda: tutto ciò che è attinente all’abbigliamento, oppure, che è attinente a una logica – ideologia, che ovviamente, assume rilevanza anche nel campo dell’abbigliamento. La moda acquista valenza in tutti quegli ambiti dove il gusto è fondamentale esercitando un’influenza anche sulla morale, sui cambiamenti generali nelle abitudini di vita della gente – secondo Immanuel Kant: “Tutte le mode sono, secondo il loro concetto, mutevoli maniere di vivere”. Pertanto gli unici veri miglioramenti nella vita e nelle abitudini degli uomini si verificano dapprima in campo morale e successivamente compiendo azioni concrete. Un oggetto è di moda sole se funziona come elemento di distinzione sociale ed è parte di un sistema che lo sostituisce con relativa rapidità con qualcosa di nuovo.

Quali sono le azioni concrete da compiere per essere davvero alla moda oggi?

Parto da una riflessione…

Quando acquisti un capo d’abbigliamento ad un prezzo che perfino a te sembra ridicolo, ti sei mai chiesta su chi influisce quel prezzo irrisorio? Non sempre dipende dalle leggi del mercato:

+ produzione + consumo = meno costo

Ciò che paghiamo poco, spesso è perché lo stanno pagando altri al posto nostro: in primis i lavoratori sfruttati (in alcuni Stati, anche i bambini), la corruzione e il mancato rispetto dei trattati internazionali, il basso costo della manodopera in Paesi dove non sono ancora sanciti i diritti basilari dei lavoratori, ma anche la qualità scadente dei materiali, in alcuni casi nocivi per la salute e l’ambiente. I residui del ciclo produttivo possono lasciare sugli indumenti e sugli oggetti fatti di stoffa, pellame etc tracce nocive da non sottovalutare. I capi d’abbigliamento sicuramente più pericolosi per la salute sono: i jeans, le t-shirt, l’intimo e la biancheria per la casa in particolare per il letto. Perciò, chi ha la pelle sensibile o sa di essere allergico e in ogni caso donne e bambini dovrebbero evitare di acquistare prodotti a basso costo, perchè questo a lungo andare  si rifarebbe sulla salute fisica.

L’abbigliamento è stato finora uno dei settori più trascurati anche dai consumatori, ma la moda tossica può fare molti danni sia a chi la produce, che a chi la indossa!

Pertanto, presta attenzione a dove e cosa acquisti, impara a leggere le etichette,  prediligi tessuti naturali come il cotone e il lino non trattati e certificati, lava sempre i tuoi capi e biancheria per la casa prima di usarli e allora si che sarai protagonista del cambiamento, farai la cosa giusta e sarai davvero “alla moda”!

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Lo stile che non passa mai di moda è il buon senso

La moda in primis è un mezzo per differenziarsi dagli altri, per reinventarsi, in secondo luogo è mezzo di rappresentazione, condivisione e mobilità sociale. Viene usata per creare un certo look e per apparire diversi non solo dagli altri ma anche da quello che si ritiene di essere. Non è solo indossata ma deve essere anche pensata, creata prodotta, venduta e promossa, il consumatore quindi non è l’unico protagonista incontrastato, particolare importanza ha l’industria della moda, che nel corso della storia è stata al centro dei processi di ideazione e innovazione. Ecco quindi che l’industria tessile negli ultimi anni sta compinedo azioni importanti come: porre fine all’insostenibile modello usa-e-getta della Fast Fashion e favorire con investimenti il Fashion sostenibile. Si rende il settore resiliente agli shock della globalizzazione (grazie ad una maggiore autonomia per le catene di approvvigionamento industriale) e al contempo si supporta una ripresa post-pandemica più sostenibile.

Ma la strada è ancora lunga e se hai a cuore il tuo pianeta il primo passo lo devi compiere tu!

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